L’introduzione del passaporto verde previsto a partire dal 6 agosto 2021 ha sollevato non poche preoccupazioni per i gestori degli impianti piscina che ognuno di loro esprime timori differenti; le problematiche prevalenti riguardano al momento dipendenti non ancora immunizzatipersonale istruttore non sempre favorevole alla vaccinazione che ha manifestato l’intenzione di produrre le proprie dimissioni (per coloro che non hanno già provveduto a farlo), a tutto ciò si aggiunge la preoccupazione per un possibile ulteriore diminuzione dell’utenza frequentante che si aggiunge a quella dovuta alle chiusure dei mesi scorsi.
Le preoccupazioni si ampliano se includiamo il contesto delle responsabilità dei controlli e sulla loro possibile varietà quale, ad esempio, quelli riguardanti i minori dei 12 anni che sono “green pass free”; ed ancora, proprio per costoro, se il rispettivo genitore li accompagna nello spogliatoio è privo della vaccinazione, qual è il comportamento legittimo da osservare.
Per non lasciare nessuno dei possibili elementi di interesse senza i dovuti approfondimenti per offrire soluzione ai problemi deve anche essere preso in considerazione l’impegnativo tema che riguarda la crescita degli adolescenti; molti genitori di ragazzi che sono in età compresa tra i tredici e i quindici anni paventano l’ipotesi di far loro interrompere l’attività sportiva ancorchè sia didattica.
Il ricorso al vaccino è certamente un elemento di particolare significato per tutti ma i dubbi circa l’opportunità di iniettarlo a giovani in via di sviluppo oggi prevale ancora rispetto agli altri vantaggi che esso porta; non giova alla chiarezza comportamentale la disomogeneità di trattamento ad esempio tra lo sport (si) e la scuola (no) che di fatto potrebbe tradursi in un ulteriore anno di sedentarietà contribuendo ad una possibile regressione motoria con perdita di capacità funzionali che possono essere non solamente a carico dei muscoli ma anche di cuore, polmoni, vasi sanguigni, nervi, produzione di ormoni e neurotrasmettitori.
Ne consegue, seppure in questa fase in modo ipotetico, un rischio moto pesante che si traduce nella possibilità di veder smettere circa il 90% dei tradizionali balneari che si tradurrebbe in un danno rilevante per l’intero mondo acquatico nazionale.
Molte le Associazioni che in questi giorni si stanno interrogando sull’opportunità o meno di appoggiare le manifestazioni contro il passaporto verde e molte sono quelle che intendono seguire le linee della legalità pur manifestando contrarietà al sistema e alla modalità di applicazione; gli impianti già oggi lavorano con il 25% dell’utenza rispetto alla condizione precedente alla pandemia e tale valore è prevedibile si ridurrà ulteriormente causando la necessità di sostenere ulteriori nuove spese.
Molte sono le realtà che nei giorni immediatamente precedenti l’emanazione del Decreto Legge e nei giorni successivi alla sua pubblicazione hanno cercato di far ascoltare la loro voce anche attraverso le istituzioni governative; ne è stato un esempio l’amarezza con la quale è stato evidenziato – qualora ce ne fosse stata la necessità – che, nonostante la presenza di cloro in piscina che favorisce la disinfezione e la sterilizzazione dell’acqua che lo impiega con regolarità, per mantenerla sempre pulita e igienizzata, non è stato predisposto alcuno studio specifico che evidenzia la formazioni di un focolaio di CoViD-19 partito da un impianto natatorio.
Purtroppo sembra si vada componendo un cocktail che rischia di far implodere il contesto con la chiusura di impianti o esplodere il sistema con l’avvio di azioni rivalsa che scaturiscono dall’indebitamento accumulato, dal pagamento dei voucher a cui s aggiungono ora le spese per la gestione del passaporto verde.
Molte sono già oggi le istanze rivolte ai gestore degli impianti per il post-estate e per la ripresa dei corsi didattici e delle attività balneari; prevalgono in questi casi le domande dei genitori che per scelta non intendono vaccinarsi e che vogliono conoscere in anticipo come possono comportarsi per portare nello spogliatoio il figlio piccolo; la situazione non è semplice, anche se la problematica è già allo studio e chiederà molta attenzione e senso di responsabilità tenuto conto che il tema dei controlli è in capo al Gestore.
Si prosetta una situazione davvero complessa che, ancora una volta, si riversa totalmente sui Gestori.