La piscina tendenzialmente è una vasca di dimensioni variabili e anche di variegata forma, con aspetti strutturali e tecnologici specifici, alimentata con acqua calda o fredda ed utilizzata per balneazione o per attività di nuoto sportivo o ludico; la vasca di balneazione è ordinariamente inserita in un complesso articolato di opere funzionali alla pratica di attività comunque collegate all’attività primaria che è il nuoto (da quello ricreativo a quello agonistico), quali servizi accessori.
Ogni impianto piscina si caratterizza anche per le condizioni igieniche complessive (spazi, ambienti, superfici e attrezzature) legate alla corretta gestione del medesimo; ha inoltre una particolare significatività per l’idoneità dell’acqua messa in fruizione, in termini di qualità e idoneità complessiva in linea con i parametri normativi fissati dalle normative emanate in materia.
L’impianto piscina ad utilizzo collettivo pubblico si è progressivamente modificato, nel rispetto delle disposizioni in essere, diventando un ambiente di vita capace di corrispondere in modo puntuale o, quantomeno, efficace, alle diversificate esigenze dell’utente, diventando progressivamente un impianto di tipo polifunzionale.
In questo periodo di pandemia da coronavirus si sono implementate alcune pratiche che spaziano dalla sanificazione alla detersione; pare quindi utile richiamare alla memoria di tutti gli associati alcuni termini, tutt’altro che agevolmente distinguibili.
Di seguito una sintesi delle pratiche maggiormente ricorrenti.
Pulizia – È la tipologia di intervento che rimuove lo sporco “visibile” di qualsiasi natura (polvere, grasso o liquidi) da ogni tipo di superficie;
Detersione – È il processo di rimozione e allontanamento dello sporco e dei microrganismi presenti, con conseguente riduzione della carica microbica; è un intervento obbligatorio prima di disinfezione e sterilizzazione, perché lo sporco e ricco di microrganismi che possono moltiplicarsi e sono in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti;
Disinfezione – È definita come l’insieme delle misure attuate al fine di ridurre a un livello definibile “di sicurezza” i microrganismi patogeni (virus, batteri, funghi, spore, protozoi) presenti su una superficie o nell’ambiente tramite uccisione, inattivazione o allontanamento dei medesimi in modo che non siano in nessun modo dannosi per l’uomo;
Sterilizzazione – È il processo fisico o chimico che porta alla distruzione mirata di ogni forma microbica vivente, sia in forma vegetativa che in forma di spore;
Igienizzazione – È la pulizia con sostanze non considerate disinfettanti in quanto non autorizzati dal Ministero della Salute come presidi medico chirurgici, in grado di rimuovere o ridurre gli agenti patogeni su oggetti e superfici;
Sanificazione – È un intervento mirato a debellare i batteri e gli agenti patogeni e assicurare agli spazi un rischio di infezione basso e una carica microbiotica entro limiti tollerabili; l’obiettivo non è quello di rendere l’ambiente totalmente asettico.
Le varie normative che si sono susseguite in materia di contenimento e gestione dell’emergenza da CoViD-19, con particolare riferimento anche ai vari Protocolli condivisi da Governo e Parti sociali, introducono per le aziende la necessità di eseguire operazioni di sanificazione finalizzate al contenimento del contagio; agevola la conoscenza del Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 dal titolo “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento. Versione del 15 maggio 2020”.