Da qualche settimana le principali reti televisive del circuito nazionale propongono all’attenzione delle famiglie la campagna promossa da “Educazione acquatica” sulla sicurezza dei bambini in acqua, cui ha attivamente partecipato anche Assopiscine; l’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare quanti più utenti possibili sui corretti comportamenti da osservare durante la frequentazione degli ambienti acquatici.
Analoga iniziativa è stata promossa da ANACI Brescia con il patrocinio di ANACI Lombardia che, tramite pubblicazioni stampa su quotidiani e periodici, promuove questa tipologia di attenzione rivolgendola, prioritariamente ma non esclusivamente, ai fruitori degli impianti piscina asserviti a Condomini, residence e altre tipologie di complessi abitativi; ANACI Lombardia è particolarmente attiva sul tema sicurezza in piscina e collabora da tempo con Assopiscine per la crescita, nell’utenza, della consapevolezza di fruizione degli impianti piscina.
Con l’inizio della stagione hanno altresì preso avvio altre iniziative similari tra le quali spicca quella promossa dall’Osservatorio Nazionale di Prevenzione degli Annegamenti cui partecipa il Ministero della Salute, l’ISS, la Società Nazionale di Salvamento, l’ANCI, l’ISPRA, l’Ospedale Bambino Gesù,le Capitanerie di Porto e il Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero che elabora delle Linee Guida per la prevenzione degli incidenti da annegamento in Italia, a fronte delle più importanti evidenze scientifiche e dei dati di monitoraggio sugli annegamenti.
Assopiscine, valorizzando il particolare aspetto legato alla sicurezza dei bambini, ha ritenuto di fare proprio il documento redatto dall’Osservatorio e di proporlo, in veste sintetica, all’attenzione dell’utenza per far si che trascorrere del tempo in piscina sia per i bambini un momento di divertimento e per gli adulti una pausa di relax.
Cose da ricordare: un bambino di 3-4 anni di età può essere in difficoltà anche in pochi centimetri d’acqua; per annegare sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti; un bambino che si trova in difficoltà in acqua, non riesce a gridare o a chiedere aiuto.
Cose da fare: i bambini quando sono in acqua devono sempre essere sorvegliati da un adulto che mantiene con loro un costante contatto visivo e uditivo in modo da poter intervenire con immediatezza perché il tempo necessario al recupero del bambino che è uscito dalla visuale può essere determinante; nel caso sia necessario allontanarsi per qualsiasi motivo, chiedere a un’altro adulto fidato di mantenere il contatto visivo con il bambino; i bambini sino ai 5 anni devono stare in acqua solo se c’è la contestuale presenza di un adulto responsabile; la responsabilità della vigilanza di un bambino non è consentita ad un altro bambino; negli impianti sportivi/ricreativi assicurarsi della presenza del Bagnino di Salvataggio.
Comportamenti fuori dall’acqua: sorvegliare i bambini anche fuori dall’acqua specialmente se nei pressi dell’impianto è possibile la presenza di specchi di acqua anche piccoli (piscine gonfiabili, vasche da bagno, tinozze, etc.), o se non si conosce il territorio, (case adiacenti con piscina, presenza di canali, pozzi, laghi, fiumi o torrenti); spesso i bambini escono dal proprio giardino o da quello di altri (casa di amici, agriturismo) ed esplorano l’ambiente circostante, all’insaputa degli adulti responsabili.
Ulteriori elementi di prevenzione e sicurezza: adozione di recinzioni su tutti i lati con isolamento e cancello auto-chiudente e auto-bloccante; quando non in uso provvedere alla copertura della vasca con appositi teli; dopo l’utilizzo svuotare sempre le vasche da bagno, le piccole piscine gonfiabili, i serbatoi; al momento di lasciare la piscina togliere tutti i giocattoli dalla vasca o dalla piscina in quanto il bambino può essere attratto da essi e cercare di recuperarli; indossare la cuffia per evitare il rischio che i capelli si impiglino nei bocchettoni di aspirazione delle piscine e per motivi di igiene; proteggere i bocchettoni di aspirazione delle piscine con apposite grate, e controllare che non vengano rimosse; iscrivere i bambini a corsi di nuoto e acquaticità; tenere presente che incidenti in acqua possono accadere anche a bambini che sanno nuotare.
La vigilanza è, in ogni caso, sempre necessaria.