Dal 28 giugno verrà superato l’obbligo di indossare la maschera protettiva delle vie respiratorie nelle Regioni in “zona bianca” negli spazi all’aperto, con il solo vincolo del rispetto delle indicazioni precauzionali stabilite dal Comitato Tecnico Scientifico che si era espresso in tal senso nell’incontro del 22 giugno.
Con riferimento allo scenario epidemiologico che si è delineato e va progressivamente a consolidarsi, delineando prospettive di “zone bianche” in tutta Italia, si configurano le condizioni per superare le attuali condizioni di obbligatorietà nell’utilizzo delle mascherine.
Nonostante l’apparente semplicità del tema dibattuto, il Comitato Tecnico Scientifico ha trovato l’accordo dopo una valutazione delle differenti interpretazioni date all’argomento durato oltre due ore.
Il punto di condivisione raggiunto è stato quello di mantenere il distanziamento interpersonale se non si è congiunti e l’obbligo di indossare la protezione delle vie respiratorie (naso e bocca) nei luoghi potenzialmente a rischio assembramento anche se all’aperto (ad esempio mercati, fiere, code, fermate mezzi pubblici, …), come sui mezzi di trasporto o nei ristoranti quando ci si alza da tavola anche per brevi spostamenti (tipo accesso ai servizi).
Le maschere di protezione, nonostante l’evoluzione favorevole dello scenario epidemiologico (stabilmente e significativamente sotto i 50 casi per 100.000 abitanti), rappresentano ancora una delle modalità maggiormente efficaci per ridurre e circoscrivere la circolazione del virus SARS-CoV-2.
Il C.T.S. segnala comunque la necessità che le persone che a vario titolo circolano, debbano sempre portare con sé una “mascherina” in modo da poterla indossare ogniqualvolta si vengano a determinare o si presentino condizioni tali che rendono necessario o comunque utile indossarla.
Analogamente il C.T.S. raccomanda con particolare evidenza che l’utilizzo di detto mezzo di protezione respiratoria, è comunque raccomandato da parte dei soggetti fragili e immunodepressi e a coloro che li assistono o sono a loro vicino.
Questo dispositivo di autotutela personale dovrà comunque essere indossata costantemente negli ambienti sanitaria e nel corso dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico; dovranno altresì essere rispettate le disposizioni e i protocolli stabiliti a suo tempo per l’esercizio in sicurezza delle attività economiche, produttive e ricreative, tra le quali rientrano le attività di balneazione in piscina.
Cresce indiscutibilmente in tutti il desiderio, che spesso sconfina nella voglia, di normalità ma è necessario agire con attenzione (anche se il termine prudenza sarebbe forse maggiormente indicato ma certamente solleverebbe maggiori critiche) auspicando che il miglioramento dei dati sanitari e l’incremento delle vaccinazioni aiutino a governare sempre più e meglio la situazione.
Sulla base degli elementi oggi disponibili e comprimendo i tempi indicati, l’Alto Adige avvia per primo lo stop alla mascherina all’aperto con una ordinanza (con validità sino al 31 luglio, termine ultimo per l’attuale vigenza dello stato di emergenza).
Per opportuna memoria si rammenta che per prevenire il contagio e limitare il rischio di diffusione del nuovo coronavirus è fondamentale la collaborazione e l’impegno di tutti a osservare alcune norme igieniche quali il frequente lavaggio delle mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, evitare abbracci e strette di mano, mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro, osservare la tradizionale igiene respiratoria, evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva o pseudo tale, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce, non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico, pulire le superfici con disinfettanti idroalcolici.