Avrà validità dal 5 novembre e durata sino al 3 dicembre e sostituisce il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020; contiene una serie di misure di interesse nazionale che si connettono ad altre di interesse locale derivate dal contesto valutativo dei 21 parametri che il Comitato Tecnico Scientifico utilizza per la qualificazione dei territori.
Il Governo ha prodotto un elaborato, trasmesso agli organismi deputati all’attuazione del medesimo relativo alle misure di livello nazionale e per le restrizioni potenziali da attuare, in automatico, nei territori ritenuti in condizioni sanitarie più critiche.
Il previsto Decreto legge integrativo dei “ristori economici” che verranno stanziati, è previsto venga adottato nei prossimi giorni.
I contenuti del Decreto sono stati oggetto di un ampio e ripetuto confronto con le Regioni e le Autonomie Locali che ha affinato alcuni degli aspetti proposti dalla parte governativa, pur confermandone l’impianto originario.
Il testo del provvedimento conferma l’obbligo delle chiusure notturne a partire dalle ore 22.00 sino alle ore 5.00 del giorno successivo impone, in particolare, la chiusura e lo svolgimento della didattica a distanza nelle scuole superiori.
Precisa altresì che:
➡️ a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale con esclusione del trasporto scolastico dedicato è permesso il raggiungimento di un coefficiente di riempimento non superiore al 50%;
➡️ il lavoro agile dovrà essere portato (sia da parte del pubblico che del privato) al livello massimo possibile in ogni settore lavorativo, favorendo altresì gli ingressi differenziati del personale; da tale incremento sarà escluso, nella pubblica amministrazione, il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza;
➡️ nelle giornate festive e prefestive devono essere chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati;
➡️ sono sospese le attività di sale giochi, scommesse, bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente; sono altresì sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;
➡️ è sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni in presenza; sono esclusi i concorsi per il personale sanitario e, se chiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile;
➡️ sono interdetti i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana, fatte salve le crociere in atto entro l’8 novembre; alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera è consentito l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta inoperosa.
➡️ in tutte le regioni nelle quali si continuerà a frequentare in presenza, è fatto obbligo, ai ragazzi di prima media e i bambini di elementari, asili e materne sussisterà l’obbligo di indossare la mascherina anche al banco.
Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus CoViD-19, ferme restando le misure previste nel DPCM dello scorso 3 novembre, il territorio nazionale viene suddiviso, con Ordinanza del Ministero della Salute adottata il 4 novembre, in tre zone contraddistinte da colori differenti (gialla, arancione, rossa) che coprono singole regioni.
L’attribuzione delle colorazioni alle singole Regioni sono state fatte in base ai dati ufficiali pervenuti all’organo centrale da parte delle strutture competenti appartenenti alle singole regioni e scaturiscono dalla valutazione dei 21 parametri di calcolo stabiliti dal Comitato Tecnico Scientifico.
Il coacervo dei due provvedimenti riallinea pertanto, a decorrere dal 6 novembre 2020 e per un periodo di quindici giorni, gli effetti di alcuni dei contenuti del DPCM come ad esempio la cancellazione della previsione delle aree originariamente previste di colore VERDE e ciò semplicemente perché nessuna Regione dello Stato è oggi da considerare immune dal rischio di contaminazione.
Le tre aree nelle quali è ripartito il Paese: