L’ambiente piscina è una realtà complessa che viene ad essere ulteriormente evidenziata quando l’impianto è coperto in quanto, nella sezione delle attività natatorie e di balneazione, deve essere mantenuto durante l’intero periodo di funzionamento, prevalentemente nei mesi autunno-invernali, un adeguato valore della temperatura dell’aria, che non dovrà mai essere inferiore alla temperatura dell’acqua in vasca (tra 24°C e 30°C).
Si assiste inoltre alla produzione di un elevato tasso di vapore acqueo che si libera dallo specchio d’acqua e che contribuisce in modo significativo all’innalzamento del valore della umidità relativa interna che, comunque, non dovrà superare in nessun caso il valore limite del 70%.
Nel contesto delle valutazioni deve altresì essere considerato che la velocità dell’aria in corrispondenza delle zone utilizzate dagli utenti presenti all’interno dell’impianto natatorio non dovrà essere superiore a 0,10 m/s con un ricambio di aria esterna di almeno 20 m3/h per m2 di vasca, mentre nelle altre zone non balneate (spogliatoi, servizi igienici, pronto soccorso), il ricambio dell’aria dovrà non essere inferiore a 4 volumi/h e la temperatura dell’aria non inferiore a 20°C.
Se questa è la realtà corrente, su essa si innesta oggi una ulteriore esigenza di attenzione dovuta al perdurare delle condizioni di contrasto agli effetti pandemici del CoViD-19 che non possono non essere tenuti nella dovuta considerazione per la diligente osservanza delle disposizioni di tutela formulate al riguardo dal CTS e dagli organismi ad esso correlati.
Deve comunque essere tenuto presente che la temperatura in ambiente dovrà essere mantenuta a valori che oltre a fornire il comfort abituale, mitighino lo stress addizionale derivante dall’utilizzo (specie se continuativo) dei DPI respiratori; ciò può chiedere di ridurre la temperatura dell’aria ambiente fino a 2°C in relazione alle caratteristiche dell’ambiente e alla tipologia di DPI utilizzati.
Valori di umidità relativa superiori al 60%-70%, possono originare un comfort scadente sia per coloro che balneano, sia per gli spettatori, contribuendo nel contempo a originare processi di condensazione superficiale del vapore sulle superfici con esposizione verso l’esterno, o con locali confinanti non riscaldati.
La condensa, nell’ambiente piscina, particolarmente umido e caldo, favorisce lo sviluppo di muffe sugli elementi edilizi (e non solo) della struttura che contiene l’impianto che possono anche risultare corrosive per la presenza delle sostanze chimiche a base di cloro disciolte in acqua, funzionali ai trattamenti dell’acqua medesima.
Le sostanze chimiche utilizzate per la disinfezione dell’acqua, evaporando, incidono sulla qualità dell’aria interna che, a sua volta, si può riverberare sulla salute dell’individuo a seguito della formazione di “cloro-ammine”, origine di problemi respiratori, irritazioni della pelle e degli occhi.
Quanto sopra enunciato evidenzia l’importanza di una consapevole gestione delle piscine realizzate in spazi chiusi che, di fatto, sono degli ambienti critici ai fini della climatizzazione e controllo del trattamento dell’aria.
Se la climatizzazione degli ambienti piscina è fattore rilevante di attenzione, non meno significativi sono gli aspetti illuminotecnici e acustici.
L‘illuminazione artificiale, nelle sezioni delle attività natatorie e di balneazione dovrà assicurare condizioni di visibilità tali da garantire la sicurezza dei frequentatori e il controllo da parte del personale che deve poter disporre di una luminosità non inferiore a 150 lux, ridotta a 100 lux e 80 lux rispettivamente degli spogliatoi e nei servizi igienici; per gli ambienti illuminati naturalmente dovrà essere assicurato un fattore medio di luce diurna non inferiore al 2%.
Per gli aspetti acustici, i requisiti attivi devono prevedere un tempo di riverbero entro il limite di 1,6 secondi, mentre quelli passivi e il rumore generato dall’attività devono far riferimento alla normativa vigente in materia.
Relativamente alla problematica CoViD-19 è opportuno evidenziare che il Rapporto ISS CoViD-19 – 37/2020 espressamente dedicato alla tematica degli impianti piscina, relativamente alle piscine localizzate in ambienti chiusi, fornisce solamente alcune indicazioni comportamentali che si riassumono:
👉 nella verifica funzionale e nel controllo della efficienza degli impianti di trattamento aria del tipo a Ventilazione Meccanica Controllata (VCM), nel rispetto dei dati di progetto iniziale e delle condizioni igienico ambientali richieste dalla norma, dei volumi sala vasca, spogliatoi, servizi igienici, zone sportive, aree ingresso comprese quelle di accettazione, e nelle aree uffici e ristoro;
Da tenere presente Indicazioni ad interim sugli impianti di ventilazione/climatizzazione in strutture comunitarie non sanitarie e in ambienti domestici in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2 sono riportate nel Rapporto ISS CoViD-19 numero 33/2020.
Al fine di evitare che l’aria presente nelle aree di balneazione di una piscina coperta possa defluire verso altri ambienti dell’impianto quali spogliatoi, zone ricreative, palestre, uffici, …, è necessario che l’area di balneazione sia complessivamente mantenuta in leggera depressione (indicativamente 5 Pa) rispetto agli ambienti circostanti per evitare che l’aria dell’area vasca possa migrare verso altri ambienti per semplice infiltrazione o in caso di apertura delle porte di accesso; anche gli spogliatoi, pur dovendo essere in pressione positiva, debbono essere in depressione rispetto agli altri locali.
La depressione può essere ottenuta squilibrando la portata di aria introdotta e di quella espulsa garantendo comunque l’allontanamento di tutti gli inquinanti che si generano in seguito al trattamento chimico dell’acqua, specialmente in prossimità delle superfici delle vasche.